Con questa nuova raccolta Marco Garzonio completa un ciclo poetico caratterizzato da un sentimento di inquietudine religiosa e di fiducia nell’uomo e nella sua capacità di risollevarsi a ogni caduta.
Il “sentimento del tempo” pervade la terza “prova poetica” di Marco Garzonio: Beato è chi non si arrende. Un “arco” che va dalla Creazione alla “Finis Terrae”, legando volti, luoghi, eventi e che oggi trova compimento, con la pubblicazione, in questo momento drammatico della nostra storia a causa del COVID-19, quasi a sublimare le parole del poeta.
Dopo Siamo il sogno e l’incubo di Dio (2015) e I profeti della porta accanto (2017, vincitore della Sezione “Milano e il Senso Civico” del Premio Montale Fuori di Casa 2017 per l’opera saggistica e poetica), il nuovo canto nasce nella sofferenza per il diffuso clima di disumanità – la «cultura dello scarto» di papa Francesco – e s’appella allo spirito della generazione dell’Autore, «nata con la guerra» e che oggi ha vissuto, in modo particolarmente doloroso, la tragedia del virus. Ad essa, Garzonio dedica l’opera perché continui a «promuover la memoria, stupirsi, sognare, esser solidale, liberamente pensare» e «passi il testimone a chi già ci cammina a fianco e a chi solo l’amore riesce a immaginare».
Nella dedica iniziale l’autore richiama le parole di Albert Camus: «Ogni generazione, senza dubbio, si crede destinata a rifare il mondo. La mia sa che non lo rifarà. Il suo compito è forse più grande: consiste nell’impedire che il mondo si distrugga». Oggi più che mai le parole di Garzonio diventano esortazione, sollievo e cura: chi non si arrende dispone degli attrezzi per resistere anche alle catastrofi e porre le basi di ogni Ricostruzione.
«Ripartiamo da dove c’eravamo persi,
guardiamoci negli occhi, riscopriamoci diversi
da come siamo comodi e soliti proporci»
– Marco Garzonio
MARCO GARZONIO completa un ciclo poetico pervaso di inquietudine religiosa e di fiducia nella capacità dell’uomo di rialzarsi dopo qualsiasi caduta. La parola per Garzonio è sintesi tra due vocazioni in lui complementari: giornalista e psicologo analista. Sul primo fronte ha seguito l’episcopato di Carlo Maria Martini dagli inizi per il Corriere della Sera, di cui è tuttora editorialista, lavoro culminato ne Il profeta. Vita di Carlo Maria Martini (2012) e in vedete, sono uno di voi (2017), film sul cardinal Martini di cui firma con Ermanno Olmi soggetto e sceneggiatura. Della ricerca psicologica vertice è il libro Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei Vangeli (2005). Lavora a Milano e insegna Produzioni inconsce non oniriche alla Scuola di Psicoterapia del Centro Italiano di Psicologia Analitica (CIPA), dove svolge funzioni di training. Presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.