L’11 e il 12 giugno prossimi avrà luogo un convegno presso l’Auditorium del Museo Maxxi. il 10 giugno aprirà l’incontro Luigi Zoja, psicoanalista e saggista, già presidente della IAAP, l’Associazione internazionale degli analisti junghiani.

Luigi Zoja, tra i massimi esponenti degli psicoanalisti junghiani
Articolo pubblicato su La Repubblica il 23 Maggio 2022 »
ROMA – L’11 e il 12 giugno prossimi prenderà il via, ospitato dal Museo MAXXI di Roma, uno tra i Convegni più attesi di questo 2022 nel campo psicoanalitico. Il Convegno “Frammenti Psiche – Processi Traumatici Complessi e Psicologia Analitica”, dedicato alle patologie conseguenti a esperienze traumatiche e violenza estrema. E’ organizzato dalle due storiche Associazioni junghiane italiane: AIPA e CIPA. Tra gli oltre 20 relatori che prenderanno la parola al Convegno, ci sono alcuni tra i più esperti psicoanalisti, italiani e stranieri, nel campo delle psicopatologie post-traumatiche e dissociative. I lavori del Convegno, a cui parteciperanno oltre 220 psicoanalisti provenienti da tutta Italia, avranno una sorta di preambolo il giorno precedente, 10 giugno, quando il professor Luigi Zoja introdurrà il Convegno con una sua Lectio Magistralis assai interessante dal titolo: “Il verme nella storia. Nazionalismi e infezioni psichiche acceleratrici della polarizzazione”. Per partecipare (in modalità online) a questa pre-conferenza, basterà iscriversi andando sul sito del Convegno: www.frammentidipsiche.it
L’infezione psichica collettiva. Luigi Zoja, padre nobile della psicoanalisi junghiana, è uno psicoanalista e sociologo di fama mondiale, è stato Presidente dell’International Association for Analytical Psychology, ha insegnato presso il C.G. Jung Institut di Zurigo e ha pubblicato numerosi libri e articoli in quindici lingue, tra cui molti legati proprio alle tematiche della violenza e dei traumi. Secondo il Zoja: “…mentre i trattati di psichiatria dicono che i disturbi mentali collettivi appartengono a secoli lontani e non alla modernità, in realtà invece, come ho sostenuto nel mio libro sulla paranoia, la nostra è un’epoca in cui è particolarmente agevole una versione persecutoria di quella che Jung ha chiamato ‘infezione psichica collettiva’. È infatti facilitata dai mezzi di comunicazione e dalla semplicità con cui, a differenza di altri disturbi mentali, il messaggio paranoico può esser diffuso dai leader, come contagio mentale dall’alto in basso”.
Malignità e crapri espiatori. In tempi di emergenze, di notizie fasulle, di pandemia, si è aggravata la tendenza a diffidare delle informazioni ufficiali, e a tornare quasi a preferire le “voci”: nelle quali è facile prevalga la malignità e la ricerca di un capro espiatorio. Dopo due guerre mondiali legate ai nazionalismi, il mondo ha continuato ad esser risistemato lungo divisioni etniche, nazionali, linguistiche, con nuove separazioni. L’attuale guerra non ne è che una manifestazione estrema”.
L’ingresso della dimensione traumatica collettiva. Il presidente del Convegno sarà il dottor Massimo Germani, psichiatra e psicoanalista dell’AIPA, il quale a questo proposito sottolinea: “La psicologia analitica è costitutivamente attrezzata per sviluppare una riflessione approfondita su questi complessi fenomeni collettivi, per cogliere le origini e le conseguenze, sull’individuo e sugli assetti sociali, di questa traumaticità debordante, in grado di attaccare la stessa attività di simbolizzazione e di generare una (sub) cultura scissa e paranoica. Credo – aggiunge Germani – che vada affermato con forza dagli psicoanalisti che non è più possibile affrontare la dimensione individuale del trauma, senza far entrare nel campo analitico la dimensione traumatica collettiva e sociale di fenomeni, come l’intolleranza, il razzismo, il terrorismo, le violenze urbane, l’autoritarismo, che si vanno affermando, con velocità preoccupante, nella nostra epoca”.
I diversi disturbi post-traumatici. Nell’ultimo decennio si è definitivamente superato il concetto di trauma, così come per tanti anni, sulla base di alcune concezioni freudiane, era stato concepito, al contempo sono state identificate alcune tipologie di esperienze traumatiche con caratteristiche specifiche, potenzialmente capaci di indurre quadri psicopatologici complessi e impegnativi, accomunati da alterazioni psichiche profonde di tipo dissociativo. Oggi si parla di Disturbo Post-Traumatico Complesso differenziandolo dal semplice Disturbo Post-Traumatico da Stress, si parla di Disturbi Dissociativi dell’Identità, di Disturbi Dissociativi Somatici post-traumatici e di Disturbi Borderline, come di disturbi diversi ma collocati all’interno di un medesimo spettro, definibile come “spettro dissociativo-traumatico”.
L’ evoluzione dei concetti di trauma e di dissociazione. E’ proprio su questi aspetti che si sofferma Maria Ilena Marozza, psichiatra e psicoanalista, presidente per il CIPA del Convegno, che afferma: “… tutto ciò non ha comportato solamente una significativa evoluzione dei concetti di trauma e di dissociazione, ma un vero e proprio cambio di paradigma nella psicoterapia psicoanalitica, che è passata dal primato della cognizione al primato degli affetti, dal primato del contenuto al primato del processo e del contesto. In questi anni – ha aggiunto Ilena Marozza – l’attenzione dei clinici e dei ricercatori si è concentrata particolarmente sui fenomeni dissociativi e sulla dissociabilità della psiche, riscoprendo le straordinarie intuizioni di un autore come Pierre Janet, per molti decenni “dimenticato”, le cui concezioni relative all’architettura psichica e alla frammentazione della psiche hanno rappresentato una delle radici del pensiero junghiano”.
Prospettive teoriche e traiettorie cliniche originali. Il Convegno Frammenti di Psiche, conclude Massimo Germani, “vuole essere, in definitiva, un importante momento di confronto e di sintesi, da cui possano emergere prospettive teoriche e traiettorie cliniche originali, fondate sulla psicologia complessa e sul confronto dialogante con altri modelli teorico-clinici, in grado di supportare il lavoro clinico, la ricerca e la definizione di modalità d’intervento sempre più efficaci per i pazienti vittime di esperienze traumatiche complesse”.