In questo momento storico, caratterizzato da un’allarmante crisi economica, ambientale e geopolitica
che interessa l’Europa e il mondo intero, l’Italia si trova anche al centro di una importante crisi politica
interna, con una campagna elettorale sempre più aspra e divisiva che consegnerà al paese, con le
prossime elezioni anticipate, il nuovo governo politico.
Le comunità analitiche, consapevoli che il bene individuale perseguito negli studi d’analisi non è
disgiungibile dal bene comune, nella consapevolezza della propria specificità ritengono un dovere far
sentire la propria voce, in particolare quando la politica esprime opinioni nell’ambito delle sofferenze
psichiche.
Per questa ragione vorremmo oggi prendere nettamente le distanze da talune affermazioni relative al
disagio psicologico dei giovani, che si sono levate recentemente in questa campagna elettorale. In
particolare, riteniamo irrispettoso nei confronti dei pazienti, oltre che delle loro famiglie che spesso ne
condividono il peso, aver definito in alcuni messaggi elettorali come “devianze giovanili” esperienze di
sofferenza psichica quali sono l’anoressia, l’obesità, molte dipendenze, i comportamenti autolesivi, il
complesso fenomeno degli hikikomori ecc. (esperienze che hanno alla loro base complesse dinamiche
personali e interpersonali oltreché sociali), accomunandole oltretutto al fenomeno delle baby gang e
del bullismo e con la grossolana e incolta pretesa di poterle prevenire o sanare con un po’ più di attività
sportiva. Tutto ciò lo riteniamo grave e pericoloso. Non si tratta qui di enfatizzare per principio tutte le
cosiddette devianze in sé, ma di rispettare la complessità del tema e di essere consapevoli dei molti ed
articolati interventi spesso necessari per affrontare le sofferenze connesse. Altrimenti il pensiero
tristemente non può non andare a quei periodi bui e “omologanti” della storia in cui uomini e donne
con disagio psichico erano ritenuti solo di intralcio alla realizzazione di insani modelli di forza e di
perfezione.
Pertanto, come analisti junghiani vogliamo dire NO a questi modi con cui una certa politica si interessa
del disagio giovanile e, invece, AUSPICHIAMO dalla stessa una maggiore capacità di ascolto di quelle
istituzioni e di quei professionisti che da anni studiano le condizioni di vita giovanili, lavorano per
alleviarne la sofferenza, si sforzano di promuovere una cultura capace di dare senso alle forme di vita
“altre” da quelle comuni. Su questi problemi non ci aspettiamo frasi a effetto e di facile consumo bensì
maggiori investimenti nella ricerca e nei servizi di salute mentale, una collaborazione fattiva con le
istituzioni psicologiche e psichiatriche e una convinta promozione della cultura del rispetto,
dell’inclusione e della convivenza sociale e civile, che dia spazio e dignità anche ai più fragili.
Per l’Istituto di Roma del CIPA
Il Segretario Scientifico Michele Accettella
Il Tesoriere Vincenzo Pinna
La Vice Direttrice della Scuola Maria Fiorina Meligrana
La Direttrice nazionale della formazione, Maria Luisa Ruffa